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Depressione: quando la tristezza

non serve più solo al passaggio

verso l'età adulta

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Psicopatologia dell'adolescenza

Una panoramica dei tratti sintomatici dei disturbi dell'umore, le tipologie diverse di sofferenza, con alcune riflessioni sulle caratteristiche dei meccanismi emotivi durante l'adolescenza

 

 

Riconoscere un disturbo dell'umore in un adolescente è più facile, senza voler semplificare le cose né pretendere che un docente sappia fare diagnosi in psicopatologia.

Un esempio.

Claudio, 17 anni , portato dalla madre, mantiene costantemente un'espressione fosca, seria, corrucciata e un portamento strascicato. La madre racconta, parlando velocemente e gesticolando, che la preoccupano le molte ore che Claudio passa in meditazione chiuso nella sua stanza; è sempre più taciturno e ritirato e vagabonda da solo per la città. A scuola i risultati sono irregolari.

 

DISTURBI DELL’UMORE IN ADOLESCENZA

 

Disturbo depressivo maggiore (perdita di interesse, tono dell'umore molto basso,  insonnia, stanchezza, autosvalutazione, idee suicidarie)

Disturbo distimico (affaticabilità, scarsa concentrazione, sentimenti di disperazione)

Episodio maniacale (esaltazione dell'umore, forte incremento di energia e attività)

Disturbo bipolare (uno o più episodi maniacali insieme con episodi depressivi)

Disturbo ciclotimico (alterazione cronica dell'umore, fluttuante).

 

 

Ho fatto una chiacchierata con Claudio e mi ha rivelato di essere deluso dei suoi coetanei, che sembrano superficiali e cinici, mentre lui è sensibile, riflessivo. Ha cambiato casa da due anni, non riesce a fare amicizia e pensa che le ragazze del suo quartiere non possano trovarlo interessante. A volte si sente molto in ansia. È in difficoltà con il padre, taciturno, stanco e deluso dal suo lavoro. La madre lo terrorizza prospettandogli esiti catastrofici dei suoi comportamenti, per esempio la scoperta che fumava uno spinello. Secondo lui i suoi genitori non si amano più.

L'unico spiraglio per Claudio è un cugino, suo coetaneo, estroverso dinamico sportivo, che ha un padre intraprendente e competitivo, un imprenditore impegnato anche nel sociale.

Grazie ad un percorso con uno psicologo, che Claudio intraprende anche per il mio consiglio, e al rapporto con il cugino e al confronto con quella diversa relazione figlio-padre, Claudio nel giro di alcuni mesi riesce a sollevare il suo livello di autostima e ritrovare maggior equilibrio per affrontare il suo passaggio alla maturità.

 

Alcuni tratti depressivi sono presenti in ogni adolescente

Bisogna riconoscere che gli adolescenti hanno normalmente fasi alterne dell'umore con oscillazioni tra sentimento di colpa, vergogna, delusione, disistima di sé, ma poi emozioni di intensa agitazione, collera o trionfante onnipotenza. È comune che gli adolescenti passino ore sdraiati o immersi nella noia e nella tristezza, e tuttavia che siano capaci di provare passioni forti per un occasione che si presenta. Questi comportamenti possono mascherare uno stato depressivo stabile, che negli adolescenti può presentare solo alcuni sintomi tipici, ciò rende complesso una corretta diagnosi; distinguendo una normale manifestazione transitoria del loro tumultuoso periodo di passaggio, oppure la spia di una vera patologia depressiva.

In generale la depressione comprende tristezza, svogliatezza, astenia, pianto, caduta della concentrazione, indecisione, pessimismo, autosvalutazione, pensieri suicidari, ma anche senso di grandezza, iperattività, agitazione, loquacità. E si accompagna spesso ad altri disturbi come l'anoressia, la bulimia, insonnia, ipersonnia, manifestazioni ansiose.

Negli adolescenti possono piuttosto evidenziarsi “equivalenti depressivi" come disobbedienza, faticabilità, dolori addominali, ipocondria, esibizionismo. Il confine tra normalità e patologia è molto soggettivo, inoltre i ragazzi hanno ancora limitate capacità cognitive per differenziare tristezza e rabbia e definire i fenomeni affettivi.

 

 

SINDROME AFFETTIVA BIPOLARE - sintomi possibili 

 

Almeno due episodi con tono dell'umore e livelli di attività significativamente disturbati: episodi di abbassamento (che generalmente durano più a lungo), alternati a episodi di esaltazione e incremento dell'energia; durata da due settimane a 5 mesi.

 

 

Alcuni studi confermano un'associazione tra tratti depressivi e aggressivi; ragazzi violenti lamentano spesso sensazioni croniche di noia e di pessimismo.

Se tipicamente - seguendo il DSM IV - due tratti caratteristici della depressione in infanzia e adolescenza sono irritabilità e la durata per almeno un anno; sono anche rivelatori il rallentamento psicomotorio (motricità, ideazione espressione verbale e percezione del tempo), i disturbi fisici (anoressia e ipersonnia), gli stati emotivi di melanconia e disperazione (hopelessness), mancanza di interesse (anedonia), senso di fatica (astenia), senso di impotenza ("non c'è nulla che serva a qualcosa"), passaggio all'atto (con superalcolici, droghe, comportamenti violenti, tentativi di suicidio).

Dalla letteratura scientifica risulta che i fattori predisponenti interagiscono tra loro e sono innanzitutto la difficoltà nel processo di individuazione di separazione da figure genitoriali, un tipo di attaccamento insicuro (il tipo di relazione con le figure primarie, stabilito fin dai primi mesi), rappresentazioni negative di sé e degli altri, presenza della depressione in famiglia, trascuratezza materna, sentimento di eccessiva dipendenza dagli altri, autocritica. Tali fattori possono portare una comorbidità con altri disturbi, quali una resa cognitiva inferiore alla media, disturbi d'ansia e della condotta e calo del rendimento scolastico (un tipico problema correlato) accompagnato da irrequietezza, ritiro, trascuratezza, rifiuto dello studio.

 

Depressione, maniacalità e sindromi bipolari

Le tipologie dei disturbi dell'umore comprendono gli episodi depressivi, con i sintomi anzidetti, più comune nelle femmine; il disturbo distimico che comprende un umore cronicamente depresso, ma per due mesi al massimo e senza episodi depressivi o maniacali. La sindrome affettiva bipolare prevede episodi di esaltazione dell'umore e altri di abbassamento dell'energia e dell'attività; gli episodi depressivi tendono a durare più a lungo. Il disturbo ciclotimico, più raro, ugualmente diffuso in uomini e donne, consiste in una alterazione continua, non solo episodi, del tono dell'umore tra maniacalità e depressione.

Infine gli episodi maniacali riguardano l'umore anormalmente elevato, irritabile, con autostima ipertrofica e grandiosità, scarso bisogno di sonno, grande loquacità, fuga delle idee, aumento dell'attività finalizzata, eccessivo coinvolgimento in attività ludiche e con potenziale di conseguenze dannose (acquisti e con investimenti) che, come in tutti i disturbi psicopatologici causa grave compromissione delle attività sociali e lavorative.

Tali disturbi sono in aumento, come anche nell'età adulta in questi anni; possono riguardare dal tre all'8% degli adolescenti, soprattutto le femmine.

Diversi modelli di funzionamento dell'apparato psichico cercano di spiegare la eziopatogenesi. Per Freud è la perdita dell'oggetto d'amore e la regressione narcisistica, con l'ambivalenza tra amore e odio di tale oggetto e la conseguente auto aggressività a spiegare la depressione. Anche secondo Bowlby l'Io subisce una frustrazione nell'esperienza di perdita, riconosce la propria impotenza e sviluppa disistima di sé.

 

Le cause della depressione e modelli di spiegazione

Il modello cognitivo-comportamentale indica un fattore fondamentale, lo "stile cognitivo negativo" cioè convinzioni negative pessimistiche su se stessi, sugli altri, sul futuro, che porta l'aspettativa di fallimento, distorsioni a valutare la realtà, stati d'animo di sfiducia; tutti tratti abbastanza normali nell'adolescenza, che rappresentano una vulnerabilità cognitiva rispetto all'insorgere di una depressione. Il modello dei beliefs di Ellis schematizza bene tale vulnerabilità e rappresenta  un forte antidoto, per un percorso di rafforzamento e protezione dei disturbi dell'umore.

Gli studi di Seligman sulla psicologia positiva rappresentano l'importanza di appropriarsi della responsabilità del benessere (locus of control interno).

Ma non va dimenticato anche il modello neurobiologico e genetico il quale indaga la disregolazione dei sistemi neuro-endocrini (asse ipotalamo-ipofisario), di quelli neurochimici (neurotrasmettitori) e le anomalie del tracciato elettroencefalografico del sonno. Gli studi sulla familiarità dei disturbi (presenza in famiglia) e sui gemelli danno prospettive interessanti di tipo genetico.

Infine vanno considerate le componenti ambientali e sociali stressanti come eventi traumatici di vita, lutti, abusi, patologia mentale nei genitori, anche se recentemente gli studi sembrano confermare che gli adolescenti sono abbastanza resistenti a queste influenze negative.

Quel che conta, secondo Ammaniti, considerando che la rispondenza lineare tra esposizione a eventi di vita negativi ed esordio dei sintomi depressivi non è evidente, è “il modo in cui il ragazzo interpreta e risponde a tali eventi che determina se è destinato o meno a sviluppare una depressione”. 

Enrico Vaglieri

Bibliografia:

Ammaniti M., Manuale di psicopatologia dell'adolescenza, Raffaello Cortina Editore 2006

Beck A., Rush J., Shaw B, Emery G., Terapia cognitiva della depressione, Boringhieri

Klerman G., Weissman M., Rounsaville B., Chevron E., Psicoterapia interpersonale della depressione, Bollati Boringhieri  

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