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 QUANDO IL “LOCUS OF CONTROL”

AIUTA L’AUTOSTIMA

Dagli studi sull’apprendimento sociale,

al metodo “Trial & error”

Ognuno è artefice del suo destino.

O invece è il fato che controlla la nostra vita?

O addirittura a farlo sono le persone che hanno più potere di noi?

E’ una vecchia questiona alla quale la psicologia ha dato molte risposte ma ancora non è scontato che  la maturità implichi un senso di controllo personale.  

Alcune persone sono convinte di avere il controllo su ciò che accade loro e così vivono come se il loro impegno determini ciò che accade: essi hanno un Locus of control interno. Sono determinate nei loro obiettivi, si sentono responsabili delle loro azioni e ottengono maggiori possibilità di successo.

Altri ritengono di non avere controllo sulla propria di vita e che le cose accadano guidate da forze imprecisate, la sorte, o dall’influenza di altre persone potenti. Essi hanno un Locus of Control esterno. Sono più passive e si adattano a ciò che accade anche se hanno la reale possibilità di modificare le cose. E’ come se non vedessero lo spazio di intervento o le risorse che hanno in mano. Ne consegue un sentimento di sfiducia negli altri.

Le persone con LOC esterno:

- percepiscono gli eventi come imprevedibili

- dipendono dagli altri ("Come si fa questa cosa?") anziché attivare il problem-solving

- credono inutili le proprie capacità di fronte alle variabili esterne che sentono opprimenti

- si sentono impotenti rispetto agli eventi;

- attribuiscono i risultati negativi sempre al destino o agli altri

- perdono motivazione di fronte alle difficoltà

Le persone con LOC interno:

- cercano strumenti, migliorano conoscenze e skills per affrontare le sfide

- credono che ogni problema può essere risolto o analizzato e ogni obiettivo è raggiungibile con le giuste risorse

- credono nei propri potenziali e li sviluppano senza arrendersi

- sanno avere una "visione" delle alternative possibili verso i loro obiettivi

- hanno un approccio strategico ai problemi

 

Per molti di noi le due tendenze non sono espresse in modo netto, e dipende dalle circostanze se indugiamo in una o nell’altra. Attribuire le colpe a fonti esterne può aiutare in alcune situazioni, per esempio di insuccesso inaspettato o di reale impotenza.

Ma per il benessere dell’individuo serve un sistema di credenze equilibrato che comprenda aspetti adattivi del LOC interno, ma anche altri più realistici di orientamento esterno.

Nel campo dell’educazione, per promuovere il LOC interno possono aiutare i rinforzi positivi (ad esempio premiare quando si fa una scelta difficile).

Si può eseguire un semplice e simpatico test  (www.benessere.com, area Psicologia, Test) per avere degli stimoli sul proprio modo di comportarsi rispetto al LOC.

Nelle aziende è ben noto che il LOC esterno genera  circoli viziosi di disorganizzazione, abbandono, e vissuto di vittimizzazione e auto-sconfitta: “Te lo dicevo che non ce l’avrei fatta, era meglio se nemmeno ci provavo, sono un perdente, quindi non ci proverò più”.

Al contrario, il meccanismo del “Trial & error” - non arrestarsi sugli errori, anzi analizzarli e tentare soluzioni ragionate su problemi di difficoltà crescente e su obiettivi sempre più sfidanti - genera auto-motivazione, sviluppa il senso delle proprie possibilità, rafforza il ragionamento “se mi impegno abbastanza ce la posso fare, non mi tiro indietro”.

Ecco un esempio concreto di LOC interno che si sta strutturando:

 

“Come sto cambiando”

Questo titolo dà già per scontato che io stia cambiando, ma nel mio caso è solo un eufemismo: io mi sto rivoluzionando. Da fuori non si vede probabilmente, ma io sento dentro un continuo movimento.

Sono convinta che TUTTO CAMBI, SEMPRE, è una delle cose che ho imparato ultimamente; ma questa volta è diverso, questa volta non sono i soliti piccoli, impercettibili passi che il mio cervello compie.. questa volta sono vorticosamente diventata un’altra, rimanendo sempre la stessa.

E’ stata quest’estate a cambiarmi. Prima di quest’estate, pensavo che, nella vita, poche fossero le esperienze veramente uniche e sconvolgenti, e vivevo nel ricordo di quella che pensavo fosse stata la mia. Ma da quest’estate ad oggi, ho vissuto tre esperienze ENORMI e BELLISSIME, tre vacanze diverse che mi hanno dato talmente tanto di nuovo e di forte da farmi capire che le cose importanti e belle non succedono solo una volta, ma tante, anche di seguito.

Ho la sensazione di iniziare una nuova vita, di iniziare ora a VIVERE appieno, “in grande”. Ho imparato cosa siano il Divertimento, l’amicizia, l’affetto, ho conosciuto persone più grandi che mi hanno dato un’idea di come vada il mondo, ho capito tante cose su di me e sull’effetto che ho sugli altri, osservandomi affrontare un gruppo da sola; ho legato in modo viscerale con persone improbabili, ne ho trovate di importanti per me, e sono diventata importante per qualcuno. Ho compreso fino in fondo cosa significhi avere la mia età, fino ad arrivare ad amarla. E, più recentemente, ho capito che il mio posto non è questo e finalmente ho saputo cosa potrà farmi sentire realizzata nella vita. E’ cambiato il mio modo di percepire il tempo, la gente, la vita, ma incredibilmente sono sempre la stessa, ed è come se mi osservassi dall’esterno.

Volevo nuovi stimoli anche al di là dell’estate, così ho cominciato due nuove attività, che vedo come avventure, sfide elettrizzanti. Ho momenti di sconforto, di crisi, di stanchezza, ma sento il gas nelle vene.

Non sono sola, anzi più che mai sento l’amicizia che ho intorno, però mi piacerebbe avere qualcun altro al mio fianco. Ma va bene così: questo è un periodo per me. Potrò dirlo con più oggettività quando lo riguarderò da lontano, ma credo che questa sia una fase FELICE della mia vita. Mi sento in equilibrio, ma non un equilibrio statico.

Questa è la mia felicità.   

G.  3° liceo

Enrico Vaglieri

Bibliografia: Russ Hill, Teach Internal Locus of Control: A Positive Psychology App

foto di Chiara Ulian

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